A richiesta fattaci per parte del Magn. D. Francesco Antonio Sorgente, Procuratore con speciale mandato dell’Ecc.mo Sign. D. Gio Andrea Doria Landi odierno Principe di Melfi in vigore di Istrumento di Procura per mano del Magn. Notar Giuseppe Ranucci, copia del quale per me si conserva.
Personalmente ci siamo conferiti nel mercato di questa Piana di Gifoni, e propriamente sotto il Palazzo Baronale sistente nella Piazza Mercato, luogo solito dei pubblici Parlamenti, e stando ivi ed in presenza del Magn. Dott. D. Ciriaco Loggiardi, Governatore dello Stato di Gifoni Valle , Piana e suoi casali denominati Curti, Curticelle, Toriello, Santa Caterina, Sovieco, S. Giovanni, Chiaravallisi, Catelde, Chieve, Reali, Pozzarolo, Granozzi, Terravecchia, Ornito, Caliani, Poggio, Pascali, Gaia, Vassi, Calabrano, Calabraniello, Vigna Donica, Jacopolupi, Gauro, Sieti, Capo Sieti e Piedi Sieti, Prepezzano, Capitignano, Capo Casale, Ausa, Biscirito e Belvedere , ed in presenza del Magn. Sindaco cioè del Magn. Francesco D’Occillo, Sindaco dell’Universita di Valle e Piana di questo Stato, e del Magn. Innocenzio Foglia, Sindaco dell’Università del casale Gauro, del medesimo Stato e delli Magnifici Eletti di predette Università di Valle, Piana e Gauro, cioè del Magn. D. Pietro Antonio de Rossi, Eletto del casale delle Catelde, Reali e Pozzarolo, Magn. Angelo Troisi, Eletto del Casale S. Giovanni e Toriello, Magn. Antonio Rossi, Eletto del Casale delle Curti, Magn. D. Carlo D’Occillo, Eletto del Casale Poggio, Pascali e Jacolupi, Magn. Ronaldo Ferraro , Eletto del Casale Calabrano, Calabraniello, Magn. Lucantonio Greco, Eletto del Casale di Ornito, Crescenzo Marino, Eletto del Casale Vassi, Angelo Mangino, Eletto del Casale Terravecchia, Francesco Lanaro, Eletto del Casale dell’Università di Gauro, Eletti nel presente anno al Governo di dette Università Valle, Piana e Gauro, e similmente stanno co noi l’Infrascritti altri Cittadini, Homini e Particolari di dette Università: Magn. D. Carolo Giuseppe Troise, D. Giuseppe Biase De Martino, Francesco Dentice , D. Giacinto Rosso, D. Nicola Lopez, Notar Nicola di Napoli, Notar Orazio Cataldo, Notar Matteo Santamaria , Luca Ferraro, Dott. Guglielmo Granozzi, D. Domenico Del Pozzo, D. Nicola Di Martino, D, Fabrizio Mancuso, Dott. Fis. D. Gio Battista Mancuso, D. Domenico Sica, D. Matteo Mancuso, D. Ruggiero Granozzi, D. Giuseppe Granozzi, Orazio Ferraro, Dott. Fis. D. Pascale D’Elia, Pietro D’Elia, Andrea Occillo, Andrea e Pietro D’Elia, Francesco e Giuseppe Cerino, Andrea Cesaro, Nicola Pisano, Magn. Fortunato Ferraro, Nicola Giannattasio, Giuseppe D’Andrea, Magn. Alessio Granozio, Magn. D. Pompilio Granozio, Giuseppe Carpeniello, Francesco D’Alessio, Magn. Mariano Greco, Girardo Pisano, Pompilio Mancuso, Lorenzo Giannattasio, Pascale Mangino, Alessio e Francesco Rossomando, Pascale D’Occillo, Pietro e Antonio Lanaro, con altre persone e la maggior parte di Cittadini ed Homini delle medesime Università di Valle, Piana e Gauro, anzi quasi tutti gli homini di quelle facentino o rappresentantino esse predette Università, qui congregati e coadunati in detto luogo à fare l’infratto atto, ed anche chiamati in virtù di Cedole e Banni spediti dal sotto Governatore addì 17 corrente mese à richiesta delli sudetti Magnifici del Governo di detta Università e pubblicati alli luoghi soliti da Pietro Corrado, giurato delle medesime Università, il quale con giuramento ha testificato avere ad alta voce chiamato li sudetti Magnifici Sindaci, Eletti, Cittadini, Homini e Particolari che ivi si trovano co Noi, ed anche tutti gli altri Cittadini e Homini di dette Università in questo luogo à solito tenersi per pubblici Parlamenti.
E stando così radunati il sotto Magn. Procuratore ha asserito in presenza Nostra come su ordine del Re Nostro Signore, essendosi composte, e concordate le liti e differenze che vertevano tra l’Ecc.mo Sign. D. Gio Andrea Doria, Principe di Melfi, e l’Ecc.mo Sign. D. Lazzaro Doria, Duca di Tursi, padre e legittimo Amministratore della Ecc.ma Sign. D. Maria Amalia Doria, Duchessa di Tursi e Principessa di Avella, figlia Primogenita della fu Signora Duchessa D. Maria Giovanna Teresa Doria, come anche in qualità di padre e Amministratore della Ecc.ma Sign. D. Maria Giovanna , Secondogenita, e D. Livia Teresa, Terzogenita dalla altra parte. Il tutto con l’autorità e parere dell’Ill.mo Sign. Marchese D. Gio Antonio Castagnola , uno dei Signori Capi Ruota del Sacro Regio Consiglio e della Real Camera di Santa Chiara, giusto le Minute formate, e approvate da Sua Maestà co altro suo Real Biglietto spedito per Segreteria di Stato, di Giustizia e di Grazia in data 31 del passato mese di agosto à tenore delle quali se ne é stipulato l’Istromento per mano del del Magn. Notar Giuseppe Ranucci à 9 ottobre corrente in vigore del quale contratto é stato liberamente venduto, ceduto e dato in solido à detto Ecc.mo Principe di Melfi lo Stato di Gifoni e Baronia di S. Cipriano poste in Provincia di Principato Citra, con loro casali e persone qualsivogliano co la giurisdizione di Prime e Seconde Cause Civili e Criminali a Misto Mero e Misto e Mero Imperio, co tutti gli altri Corpi Feudali e Burgensatici di detto Stato e Baronia, con le entrate e frutti pervenienti, emulomenti e vendite a beneficio di detto Ecc.mo Principe di Melfi dal primo di settembre 1750 in poi, come il tutto più in chiaro si contiene nel riferito istromento di transazione e come si é stipulato da detto Magn. Notar Giuseppe Ranucci, fede della quale é del tenor seguente si é inserito.
Ed a esecuzione delle cose sudette esso Sign. Procuratore in nome del predetto Ecc.mo Sign. Principe di Melfi Ha preso il vero reale, corporale, vacuo e spedito possesso di sudetto Stato di Gifoni Valle Piana e Gauro, e di tutti i suoi beni, membri, corpi, entrate, ragioni o giurisdizioni qualsivogliasi.
E Primo predetto Magn. Procuratore ha preso detto Possesso passeggiando e ripaseggiando per le pubbliche strade del sudetto pubblico Mercato, in comorado, e facendo tutti quegli altri atti dinotandino il vero reale e corporal possesso, pacifico e quieto, e nessuno ha fatto discrepado, anzi ivi presenti e assistito dai Magnifici del Governo delle sudette Università di Valle, Piana e Gauro, co gli sudetti Homini e Particolari delle medesime consetido e contentandosi e prestando il consenso, volontà e promettendo da oggi in avanti in poi di riconoscere predetto Ecc.mo Sign. D. Gio Andrea Doria, Principe di Melfi e suoi eredi e successori per Utile Signore e Principe di detto Stato, Terre e Casali di Valle e Piana, e Gauro, loro giurisdizioni, beni ed entrate Burgensatiche e Feudali, Salve le lettere del giuramento del ligio omaggio e giurisdizione di Vassalli da spedirsi giusto la costituzione del Regno.
E continuando gli altri atti e no divertendo ad altri estranei atti, noi predetti Giudice a Contratto, me Notare e Testimoni, come insieme al Procuratore, Governatore, Sindaci, Eletti, Homini e Cittadini ci siamo conferiti nella Venerabile Chiesa Madre della SS.ma Annunziata di questa predetta Piana, e nel suo ingresso il Rev. Sign. D. Francesco Antonio Basso, Primicerio della Venerabile Chiesa di S. Nicola di detta Piana, co l’assistenza del Rev. Sign. D. Felice Garzia, Primicerio della Venerabile Ciesa Madre di S. Caterina della Valle predetta, e di tutti i Reverendi Sacerdoti, e chierici dei sudetti Reverendi Capitoli della Valle e della Piana e li ha dispenzati co l’acqua benedetta, e poi siamo andati avanti l’Aldare Maggiore per adorare il SS.mo Sacramento dell’Eucarestia riposto nella sua Custodia, e fatta l’adorazione uscimmo dalla Chiesa.
E continuando gli altri atti, e no divertendo ad altri estranei atti andammo in una stanza del sudetto Palazzo Baronale dove vi é una banga con alcuni processi, e scritture la dove dissero essere luogo solito dove si regge la Corte e si amministra Giustizia, ed ivi introdotto predetto Magn. Procuratore e il sudetto Magn. Governatore, l’istesso Sign. Procuratore in nome di sua Eccellenza, il Sign. Principe di Melfi ha preso il corporal possesso della Corte di detto Stato di Valle, Piana e Gauro, del Mero e Misto Imperio, della sua Giurisdizione Civile e Criminale e Mista di detto medesimo Stato, prendendo la bacchetta della Giustizia solita tenersi dal Magn. Governatore, e co quella sedendo e poi insediandosi per Tribunale ha preso gli atti, scritture e processi, e facendo proclamare dal sudetto Giurato Pietro Corrado al Popolo, che chiunque vi fusse e domandasse Giustizia fusse cumparso avanti di Lui proponendo le sue ragioni , mostrandosi pronto il sudetto Procuratore in nome di Sua Eccellenza amministrare la Giustizia.
Ed essendo comparse alcune persone per alcune loro differenze, presentando manualmente ed esponendo le loro ragioni, alcune di quelle sono state dal Procuratore decise e determinate, ed altre rimesse al Governatore acciò meglio avesse intese le parti, e solo facendo veritate, ed avendo ancora detto Procuratore ordinato in nome di Sua Eccellenza l’escarcerazione di alcuni carcerati colà detenuti per loro cause, perchè no meritevoli di pene corporali e così poi ha continuato detto Procuratore a fare altri atti dimostrantino il Possesso del Mero e Misto Imperio, o di ogni sua Giurisdizione Civile e Penale e Mista, in pacifica quiete e niuno ostacolo, discrepando anzi tutti acclamando come di sopra.
E continuando gli altri atti e no distraendosi ad altri estranei atti, tutti uniti co detto Magn. Procuratore passiamo per altre stanze del sudetto Palazzo Baronale dove detto Magn. Procuratore, ed altri del Governo avendo introdotto detto Magn. Procuratore, il medesimo in nome di Sua Eccellenza ha preso il vacuo e pacifico Possesso del sudetto Palazzo Baronale, passeggiando in quello, aprendo e serrando le porte e finestre, e facendo altri atti che dimostrino il vero e reale possesso del medesimo.
E successivamente senza divertendo ad altri estranei atti il Magn. Procuratore in nome di Sua Eccellenza ha preso il vero e reale possesso di tutti gli altri corpi, rendite ed entrate Burgensatiche e Feudali di questo Stato di Gifone Valle e Piana, e cioè della Taverna, Ferriera, due Valcherie una detta la Rustica e l’altra la Nobile, e del Molino, prendendosi le chiavi di detti Corpi Feudali, e di ciascuno di essi, co fare macinare detto Molino, far battere dette Valcherie, così aprendo e serrando le porte e le finestre di ciascun corpo e fare altre cose consimili dimostrando il possesso. Similmente ha preso il medesimo possesso del fiume, del Castello con averci esercitato gli atti possessivi con mani dell’acqua del fiume, strappato piante dell’oliveto e passeggiando ancora per il medesimo siccome il predetto Castello é diruto, facendo finalmente ordinare dal predetto Magn. Governatore a tutti gli affittatori delle rendite dei predetti Corpi Burgensatici e Feudali, che dal primo dello scorso mese di settembre in poi corrispondino e paghino al Magn. Erario di Sua Eccellenza Sign. Principe di Melfi i loro rispettivi estagli e annualità dovuti, e lo stesso ha ordinato ai detti Magnifici Sindaci ed Eletti che corrispondano all’Erario di Sua Eccellenza le annualità dovute dalle loro Università, facendo similmente ordinare che obbediscano a detto Ecc.mo Sign. Principe di Melfi come loro Utile Signore di detto Stato di Valle Piana, casale di Baronia.
E di detti atti li sudetti Sign. Procuratore, Sindaci, Eletti e Homini Paricolari hanno chiesto a Noi che facessimo pubblico Istromento.
Partibus: Regio Giudice a Contratto Magn. Camillo Budetta, me Notar Francesco Punzi e testi: Nicola e Donato Foglia, Jerardo Conte Pascale Grippo di Montecorvino et Magn. Dott. D. Agostino Zappulli. Dott. D. Carolo Troisi, D. Domenico Del Pozzo, Magn. D. Giuseppe Biaggio ed Dott. Fis. Pascale Elia di Gifoni ad hoc speciali vocati.